Radio Napoli City di Elio Ferrara
Qualche giorno fa ero intento a svolgere le solite attività ludiche e non, ovvero a cazzeggiare, davanti al computer: il portacenere pieno fino all’orlo di cicche, le consuete tre Moretti rosse doppio malto fresche, e un venticello di buona musica che arrivava dal salotto. Tentavo di scrivere qualche cosa di intelligente, ma non così intelligente da rompere i coglioni a quei pochi che non vanno in depressione quando devono leggere l’insegna del panettiere e che non sono costretti a correre dall’esorcista dopo essere passati, per errore, nei pressi di una libreria.
Inseguendo pensieri che come foglie morte in balia del vento volteggiavano disordinatamente nella mia testa e sorseggiando la mia rossa, quasi non sentivo il telefono che squillava. Squillava! I telefoni non squillano più, al massimo emettono stupide musichette o fastidiosissimi e chiassosi refrain latino- americani…. “Si, ma vuoi rispondere?”…. Sembra che oggi irritare il prossimo sia di gran moda, una sfida all’ultimo sangue e senza esclusioni di colpi per apparire il più stupidi e ignoranti possibile, come se dimostrare un minimo di buon gusto, educazione e attività cerebrale sia una vergogna sociale intollerabile….. “Il telefono!!!”….. Perché tutto questo? Cosa spinge le persone verso…..”Ho capito!”…
"Pronto?”, “Ciao, sono Elio… Elio Ferrara, quello di Radio Napoli City”.
Fu un inverno particolarmente freddo quello del 1976, la neve ricopriva le strade di Napoli con la sua coltre algida e gli Huskies sembravano perfettamente a proprio agio. Non è assolutamente vero, bello però! E chi se lo ricorda che tempo faceva nell’inverno del ’76! Però non avevo compiuto 20 anni ed ero convinto di possedere il mondo. Si passava tutto il nostro tempo in quegli studi radiofonici artigianali dove il digitale non esisteva ancora ed eravamo tecnici del suono, speakers e dj’s contemporaneamente. Un entusiasmo ed una passione che raramente avrei ritrovato ancora nel corso della mia vita! Ed erano davvero tanti ad ascoltarci: perché la musica era del tutto nuova, perché le persone partecipavano liberamente e senza alcuna paura di non essere politically correct, semplicemente telefonavano ed andavano in onda senza filtri; ma soprattutto perché si parlava, si parlava anche troppo per la verità, si facevano emergere le problematiche quotidiane più vicine alla vita di tutti i giorni, si condividevano dubbi, sensazioni, sentimenti, senza alcun pudore o remora.
Quando Finardi cantava di radio libere e musica ribelle ci rappresentava in pieno, era perfettamente in linea con quella che era la nostra percezione. Un giorno venne negli studi un ragazzo con una chitarra e una cassetta audio, un giovane musicista che già aveva lavorato in qualità di bassista con James Senese e Jenny Sorrenti. Aveva composto il suo primo album come cantautore ma nessuno voleva pubblicargli le canzoni che gelosamente custodiva in quella cassetta. Non era il mio genere preferito ma dovetti ammettere che possedeva personalità ed originalità da vendere, qualcosa che ben si collocava nel panorama della nuova musica partenopea, il mai dimenticato “Naples power” che si imponeva in quei tempi con nomi come: Osanna, Napoli centrale, Edoardo Bennato, Nuova compagnia di canto popolare, Teresa de Sio, Toni Esposito, Patrizia Lopez e non me ne vogliano i dimenticati del momento. “Non male” dissi al ragazzo con la chitarra, come si chiama?
“Terra mia” rispose, e cominciò a suonare le sue canzoni dal vivo. Ma le notti erano il meglio, la mia musica preferita nell’etere sotto la luna piena, parlare al telefono con le ragazze insonni, mentre la cannetta mi rendeva più consapevole e sensibile e mi faceva adorare il suono delle canzoni e della vita. Beh quello era il massimo: spezzare il mio cuore e condividerlo con chi non considerava la notte un luogo dove dormire per poi alzarsi la mattina e ricominciare a mentire. “Nati per correre” diceva il boss, ma correre non significa andare a schiantarsi contro qualche poveraccio che attraversa la strada, ma fare viaggiare i sogni e la mente, ed io non potevo farne a meno, come non ne posso fare a meno neppure adesso. E poiché non esistevano i Grandi Fratelli se non quello di Orwell, e neppure le veline e letterine, e il rispetto della dignità degli uomini e soprattutto delle donne non era un concetto astratto, i sogni sapevano materializzarsi in un tramonto infuocato, nell’immortalità fatta di impercettibili movimenti in un cielo stellato, nella pioggia che batte sul parabrezza di cristallo della tua macchina, negli occhi vivi di una ragazza non ancora feriti dal cinismo del tempo, nel sapore amaro del mare sulle labbra, e nella musica, musica, musica!!!!!
E non esiste altra musica al di fuori del R&R, nelle ballate che strappano il cuore e l’anima, nel ritmo che ordina perentorio di muoverti ed affrontare la strada e la vita, nello stupirsi ogni volta di più per quella manciata di note che si combinano sempre in modo nuovo, eppure i brividi sulla pelle sono ancora gli stessi e lo saranno per sempre. “Sai, sto pensando di rimettere su la vecchia radio, tu ci staresti?”, “Perché no, Elio, perché no….”.
Scesi di casa per dare da mangiare a quei soliti, odiati, amati quattro gatti randagi, un cumulo di spazzatura bruciava nella sera, accesi una sigaretta e fui ripreso veementemente dal camorrista che con i figli adolescenti aveva appiccato il fuoco: non ero un buon esempio per i ragazzi con quella cazzo di sigaretta! La spensi incontrando lo sguardo di disapprovazione di un poliziotto: bisognava fare rispettare le regole di civiltà nella difesa delle quali si era tanto infervorato il ministro. Lontano, al di là della siepe, tra gli alberi, echeggiava un rassicurante sentore di sparatorie e traffico impazzito: sentore di casa. Tornai al mio computer, accesi una Pall Mall, non mi restavano che: LOVE AND ROCK&ROLL!!!!! …. E forse anche un po’ di amore….. Massimo Massimi
Ricordo...
la nascita delle prime radio libere a Napoli, in particolar modo Radio Napoli City fm 88-108 mhz ovvero101 Mhz, situata nel Rione Alto, dove io venni ad abitare in coincidenza con le prime trasmissioni negli anni che vanno dal 1975 al 1978.Gli studi radiofonici erano collocati in un appartamento molto grande ad un ultimo piano del palazzo Aurora e fungeva anche da studio di pittura di Elio Ferrara ,che con molti altri collaboratori fecero di questa emittente la prima vera radio libera rivoluzionaria a Napoli e in Italia.Nel Luglio del 1977,in un pomeriggio in cui ero piu’ libera dallo studio,andai a ritirare un premio per un quiz a cui avevo risposto esattamente sugli studi di Radio Napoli City.Fu per me una occasione davvero nuova ed eccitante assistere dal vivo a un programma radiofonico. Feci la conoscenza di Elio Ferrara in persona. Questi mi risulto’ subito una persona cordiale e simpatica oltre che brillante nel suo ruolo di speaker radiofonico oltre che gia’famoso pittore.
Dopo trent’anni,navigando in Internet, in particolare visitando il sito di pittura di Elio Ferrara,ho ritrovato con piacere ed emozione anche lo speaker di Radio Napoli City di trent’anni prima . L’ho contattato immediatamente per un incontro e lui ha accettato ben volentieri di passare al vaglio della memoria,non senza un pizzico di nostalgia, i fasti della sua radio mai dimenticata.
Da qui inizia il racconto di Elio Ferrara: nei primi anni ’70,nell’aria si iniziava a sentire odore di liberta’ radiofonica e televisiva.Infatti nacquero le prime emittenti fuori dal territorio Italiano come Radio Luxemburgo,Radio Montecarlo,sulla modulazione di ampiezza e Tele Capodistria,che arrivava episodicamente sui nostri apparati televisivi secondo la propagazione ionosferica. L’arrivo della banda cittadina CB rese i pirati dell’etere migliaia di abusivi su tutto il territorio regionale;essi si collegavano e in un gergo pseudo radioantistico discutevano fra loro dei piu’ svariati argomenti,dai problemi che dava l’antenna all’incontro in verticale per una pizza serale.
Devo dire che questo tipo di frequentazione mi intrigava molto al punto che,in questi collegamenti CB dalla mia postazione radio nascevano veri e propri spettacoli con la collaborazione di amici, che si alternavano sul mio studio di pittura (sito in via Domenico Fontana Rione Alto al Vomero),e quindi giu’ con imitazioni,personaggi,cabaret canzoni e dibattiti socialpolitici.
Tutta questa esperienza fu propedeutica alla decisione di prendere la patente di radioamatore sulle onde decametriche cosicche’sul mio studio nacque una postazione radio operante con tanto di antenna direttiva per attuare collegamenti in tutto il mondo. Intanto,su qualche rivista di musica si cominciava a parlare di radio libere. Infatti,lessi un servizio su Radio Milano International e questo fece nascere in me l’idea di costituire una radio libera a Napoli per la quale sarebbe stata di grande utilita’ e divertimento.
Con l’amico Nando Coppeto ed altri amici tecnici costruimmo antenne e trasmettitore:Radio Napoli City fece il suo esordio nell’ etere Napoletano nell’ottobre 1975 in prove tecniche.
In quel periodo,eravamo i soli a trasmettere,perche’ un'altra radio libera era stata posta sotto sequestro per cui eravamo l’unica voce alternativa alla RAI. Trasmettevamo ogni giorno i nostri programmi in maniera molto professionale pur non avendo il polso di quanti fossero i nostri ascoltatori.In giro si parlava di noi e nei negozi di dischi della citta’ comparivano le scritte sugli apparecchi radio “PER RICEVERE RADIO NAPOLI CITY”.
Quanti erano i nostri ascoltatori,10,1000,100.000 un milione, non lo sapevamo e non l’abbiamo mai saputo,ma di sicuro so’che quando R.N.C.fu chiusa dal giudice Palmeri ,vi furono dei movimenti di piazza e cortei che reclamavano a viva voce la riapertura della radio.
L’avvocato Saverio Senese di Soccorso Rosso sostenne le nostre ragioni e ci difese in tribunale;rimanemmo in attesa delle decisioni del giudice,ma,nel frattempo,nel mese di Aprile del del 1976 si pronunzio’ la corte costituzionale,sancendo il principio che ogni cittadino poteva esprimere le proprie idee con qualsiasi mezzo di diffusione e quindi anche attraverso le onde radio.
Per niente scoraggiati,decidemmo di impiantare la nostra radio ad Ercolano sul Vesuvio,comprammo di nuovo le attrezzature e ricostruimmo trasmettitore e antenna.Avevamo tutto sotto sequestro,effettuato dall’ESCOPOST,coadiuvata dalle forze di pubblica sicurezza che quella mattina fecero il bliz alla nostra emittente.Fummo infatti i primi, ma nella stessa giornata seguirono la chiusura di altre tre emittenti napoletane.
L’emittente che realizzammo al Vesuvio continuo’ ad essere molto seguita ma per noi era una faticaccia. Andavamo di buon mattino su al Vesuvio,prendevamo le attrezzature che custodiva la proprietaria dell’immobile e le montavamo la mattina smontandole la sera; una vitaccia! Restammo io e Nando con qualche fedele collaboratore, ma si unirono a noi anche Adriano Di Cristo e Hilda Grasso che ci diedero un sostanziale aiuto. Le trasmissioni continuarono ad avere un regolare svolgimento ma la radio inizio’ ad avere un maggiore impegno politico e sociale.
Ritornammo a Napoli con il dissequestro della nostra radio e altre tre emittenti e cosi’, con rinnovate forze, nascevano programmi di buona qualita’,con la partecipazione popolare e di grossi artisti e uomini di cultura che si avvicendavano ai nostri microfoni,curiosi del nuovo mezzo,cosi’ libero e diverso dalla RAI.
Anche le altre emittenti producevano buoni programmi,la concorrenza era sul pino qualitativo.Ai nostri microfoni si alternavano:Patti Pravo,Pino Daniele,Alberto Lupo,Nino Taranto,Jenni e Alan Sorrenti,Raffaele Cascone,Gianni Crosio,Paolo Ferrari,Eugenio e Giorgio Bennato,Roberto De Simone,Giorgio Shottler,Ciro Sebastianelli,Eduardo Caliendo,Roberto Murolo,Patricia Lopez,Antonello Rondi,Peppe Lanzetta,Nino Buonocore,Egisto Sarnelli,Mario Musella,Giorgio Verdelli,Mario Crasto De Stefano, Toni Cercola,Nino Masiello,ecc……..
I fondatori ,conduttori e responsabili:
Elio Ferrara e Nando Coppeto.
Rodolfo Parlato(I Mostri Amici, rubrica di psicologia ,Narciso allo specchio,esibizioni ascoltatori)
Stani Smiraglia (FREEK OUT,rubrica di sociologia)
Franco Vassetti (Peppino Saporito)
Alfredo Avitabile (Giovanni Capitone,Gran Soceta’)
Massimo Massimi e Giancarlo Giraud (Rock On)
Adriano Ferrara (Musica Classica)
Wiky Cipullo (Musica come Divertimento)
Federico Colella e Anny Palmieri (Federico 101)
Hilda Grasso e Adriano DI Cristo (un POP di musica)
Ettore Dell’Anno (Novita’ Musicali)
Pino Daniele (Jam Session)
Jenny Sorrenti ( POP e Country)
Maurizio Rinaldi (la posta e tecnico del suono)
Vittorio De Asmundis e Paola Gezzi (Moderna Poesia)
Renato Rutigliano e Benedetto Casillo (I Sadici Piangenti)
Egisto Sarnelli (La Storia Della Canzone Napoletana)
Sandro Ferrara e Arnaldo Parlato (La Radio Dei Ragazzi)
Sandro Fiorenzano ( Di Palo In Frasca)
Vito Matassino (Diamoci del Tu)
Gino Finelli ( Serata Jazz)
Paolo Mormile ( Astrologia )
iccardo Ammendola (rubrica Fiscale)
Peppe Lanzetta ( Monologhi )
Maurizio Marassi (Sport)
Mario Franco (Storia del Cinema)
Giulio Nuovo (Musica Jazz)
Antonio Spagnuolo (poeta)
Cito Marrazzo (Pop)
Luigi Pisani (Poesia)
Claudio Poggi e Mario Savastano (Musica Talent Scout)
Enzo Calabrese (Imitatore)
Renato Romano (Cultura Generale)
Dora Perotta (Centralini e segreteria)
Ascoltatori attivi o partecipativi e “benemeriti”
Pino D’Errico,Mirella Spatola,Pina Ippolito,Delia,Gennaro da Portici,Susy De Carlo, Elena Di Capri,si ringrazia la pizzeria Il Giglio Rosso.
Radio Napoli City diede ospitalita’ a Napoli a Radio Radicale che ebbe un lungo periodo di chiusura,mentre agli inizi del 76 diffondeva la voce di Radio Radicale da Roma attraverso le linee telefoniche sul territorio Napoletano.
In seguito,l’etere partenopeo si sovraffollo’ di radio dilettantistiche che si sovrammodulavano con le emittenti gia’ esistenti:fu un caos! Iniziarono le battaglie a colpi di Watt e di potenze lineari;inoltre,quel poco di mercato pubblicitario che avevano impostato le prime radio fu azzerato dall’avvento di quest’orda selvaggia e senza regole ( Radio Zi Nicola,Radio Sfogliatella,Radio Bianca Neve),cosi’che le nuove radio offrivano la loro pubblicita’ in cambio di jeans o qualche chilo di carne.Un vero disastro!
L’unico sistema del potere centrale per stroncare le voci libere delle radio fu quello di non arrivare a una regolamentazione e cosi’ iniziarono a farsi avanti i gruppi commerciali,i network. Nel 1978, quando cessarono le nostre trasmissioni il panorama era cosi’ avvilente che i collaboratori di R.N.C.,non sentendosi piu’ motivati,lentamente si defilarono.Mestamente,col morale a pezzi,dopo aver vissuto insieme ai nostri ascoltatori momenti belli e partecipativi,mettemmo fine alle nostre trasmissioni.
Oggi,a distanza di 30 anni , ripensiamo tutti al nostro protagonismo nell’etere,all’affetto dei nostri ascoltatori,alla presenza costante nella vita culturale Napoletana e alla liberalizazione dell’etere, che pur non offrendo grandi esempi positivi con trasmissioni trash, sicuramente permette alla societa’ di fruire di un sistema piu’ democratico e partecipativo.
Teresa Esposito in arte Flo’ Pompei 60.
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